Un confronto aperto su temi forti, dell’oggi ma non solo: su “parole chiave” universali come legalità, democrazia, solidarietà. Su questo e altro don Luigi Ciotti ha dialogato questa mattina al Campus Scienze e Tecnologie dell’Università di Parma con gli studenti delle scuole superiori del territorio e dell’Ateneo, in attesa della laurea Laurea magistrale ad honorem in Psicologia dell’intervento clinico e socialeche gli sarà conferita nel pomeriggio in Aula Magna.

«Forse una laurea io l'ho già: io mi sono laureato in questi anni in Scienze confuse», ha detto don Ciotti aprendo il suo intervento, introdotto dal Rettore Paolo Andrei, dal Vescovo Enrico Solmi e dal docente del Dipartimento di Discipline Umanistiche, Sociali e delle Imprese Culturali - DUSIC Matteo Truffelli, che ha coordinato l'incontro.

Nel corso dell’appuntamento è stato costituito il Presidio universitario di Libera nel territorio di Parma, intitolato a Ilaria Alpi, con la firma di un patto di presidio ad hoc. La firma è stata preceduta da un breve intervento di Margherita Asta, in rappresentanza del Coordinamento di Libera Parma, e di Rosanna De Luca, in rappresentanza degli studenti dell’Università di Parma firmatari. Il Presidio universitario si pone l’obiettivo di promuovere la cultura del rispetto e della legalità in Ateneo e sul territorio, organizzando iniziative di sensibilizzazione e di formazione per gli studenti e per l’opinione pubblica in generale.

«Don Luigi ha speso tutta la sua vita per l'affermazione e il rispetto della libertà e della dignità di ogni persona. Lo ringrazio per avere accettato il nostro invito a partecipare a un incontro che facesse da preludio alla laurea ad honorem: un preludio per e con i giovani, e questo mi sembra molto importante», ha spiegato il Rettore Paolo Andrei.
«I giovani lo ascoltano come un testimone del nostro tempo. Come un protagonista da sempre attento alle persone, a partire da quelle che si trovano in condizioni di disagio», ha aggiunto il Vescovo Enrico Solmi, mentre Matteo Truffelli ha fatto riferimento alla laurea ad honorem del pomeriggio: «Assegnargli la laurea ad honorem in Psicologia dell'intervento clinico e sociale significa riconoscere il valore di un'azione civile che in quanto tale è anche azione culturale».

All’incontro hanno partecipato poco meno di 500 studenti, circa 180 allievi dell’Ateneo e circa 280 allievi di sei scuole superiori del territorio: l’Istituto tecnico economico Mainetti, l’Istituto tecnico economico Melloni, il Liceo classico Romagnosi, il Liceo delle Scienze umane Olivetti, il Liceo delle Scienze umane Sanvitale, il Liceo scientifico Ulivi.
Tra i temi sollecitati dai ragazzi: “L’impegno personale di don Ciotti e l’esperienza di Libera”, “Legalità, democrazia, solidarietà”, “Conoscere le mafie per combattere le mafie”. Proprio sulle mafie don Ciotti, applauditissimo dalla platea, si è soffermato a lungo: «C'è il rischio che questo paese si sia fermato a leggere questo problema con le stragi di Capaci e via D'Amelio: sono passati 26 anni», ha detto, sottolineando il progressivo allargamento del raggio d'azione delle mafie («non c'è regione italiana che possa dirsi esente»), i loro «profili organizzativi flessibili e reticolari», la sottovalutazione della pericolosità mafiosa «perché oggi c'è meno sangue». «Ma il metodo mafioso, oggi, è meno militare. È quello della corruzione, è l'area grigia, per entrare nei gangli del sistema», ha continuato don Ciotti, invitando i ragazzi «a tenere occhi aperti e coscienze sveglie» e alla responsabilità come principio dell’agire: «La responsabilità chiama in causa ciascuno di noi, perché il cambiamento può partire da ciascuno di noi».

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