Parma, 16 novembre 2017 – È stata una cavalcata delle sue, con una splendida e virtuosa contaminazione fra alto e basso, la lezione magistrale di Paolo Conte, che oggi all’Università di Parma ha ricevuto il titolo di professore ad honorem in “Linguaggi musicali della contemporaneità”, ulteriore tributo a una carriera straordinaria.

Per l’autore diVia con me eGelato al limon, di Azzurro Bartali, di La topolino amaranto e La ricostruzione del Mocambo cerimonia affollatissima nell’Aula Magna dell’Ateneo, dove “l’avvocato di Asti” si è laureato in Giurisprudenza oltre cinquant’anni fa, nel 1962.

«In oltre cinquant’anni di carriera Paolo Conte ha saputo imprimere un segno indelebile nella storia della musica, grazie a uno stile inconfondibile e personalissimo, nel quale il jazz si fonde con il musical, con le suggestioni latino-americane e con mille altri echi, in un ensemble armonico capace di miscelare sapientemente profondità e leggerezza, ironia e nostalgia, toni alti e bassi»,ha spiegato nella sua introduzione il Rettore Paolo Andrei, che ha aggiunto anche una «nota squisitamente personale» (“la musica di Paolo Conte ha attraversato la mia vita con ricordi indelebili, che ancora oggi trattengo con gelosia nel mio personalissimo baule della memoria”) e ha poi concluso rivolgendosi direttamente a Conte:«Credo, caro Maestro, caro professor Conte, che la presenza di tante persone qui oggi, e in particolare di tanti giovani studenti, sia il segno tangibile dell’ammirazione e della profonda stima che la Comunità Accademica parmense desidera dimostrarle. Per tutto ciò che Lei ha fatto in questi anni di straordinaria carriera artistica, per ciò che ha saputo donarci: per le straordinarie opere che ha regalato al mondo intero».

«Paolo Conte è oggi considerato, in Italia e all’estero, tra le figure più rappresentative della canzone e della cultura italiane», ha detto il Direttore del Dipartimento di Discipline Umanistiche, Sociali e delle Imprese Culturali Diego Saglia leggendo la laudatio scritta da Paolo Russo, professore associato di Musicologia e Storia della Musica. «La sua carriera è stata una continua ricerca verso l’integrazione tra la musica e la poesia che ne scaturisce, dai pittoreschi quadri di provincia delle prime canzoni all’intimismo elegiaco degli ultimi anni», ha aggiunto, sottolineando poi che «Le suggestioni musicali gli provengono da ogni parte, dal jazz come dai suoni del sud America, dalla canzone italiana come dalle declamazioni musicali francesi, per trasformarsi in parole che si radicano nelle onomatopee futuriste, nelle tinte sfumate dei crepuscolari, nell’immagine sintetica dell’ermetismo. Nelle sue canzoni si dipana un universo novecentesco – musicale e letterario – ma senza rimpianti nostalgici, perché, di esso, Conte esplora piuttosto le potenzialità poetiche».

Paolo Conte ha poi ricevuto la pergamena di professore ad honorem, un’opera d’arte appositamente realizzata per l’evento dall’artista Giorgio Tentolini, illustrata nel corso della cerimonia: «Grazie a un gioco di intagli a vari livelli di profondità, con cui si evidenziano le variazioni chiaro-scure, le cinque stratificazioni permettono, una volta sovrapposte, di ottenere una immagine diversa rispetto a quella iniziale, ancora più emozionante ed evocativa, ricreata mediante un materiale puro e diafano quale quello della pergamena. Strati di carta sovrapposti e intagliati che diventano metafora di indagine, memoria e scavo nel passato».

Paolo Conte ha infine chiuso l’appuntamento con la sua lezione magistrale, dedicata alle fonti di ispirazione della sua lunga carriera e alle forme musicali del ‘900, ricordando come fin da bambino abbia subito una fortissima attrazione per la “giungla della musica”, dapprima dopo aver sentito un’opera di Verdi e poi con la musica americana e la scoperta del jazz, «una rivoluzione che ha fatto proprio girare pagina alla storia della musica». «Quando nel 1985 i giornalisti francesi mi chiesero qual era il mio stile, io mi sono inventato questa definizione: “confusion mentale fin de siècle”, cioè “confusione mentale di fine secolo”», ha spiegato Paolo Conte. Una definizione che è ritornata in chiusura della sua lectio: «Come mi sento oggi nei confronti della musica? Confusione mentale di inizio secolo».

Il titolo ricevuto dall’Università di Parma si aggiunge agli altri tre titoli accademici già conferiti a Paolo Conte da altrettanti Atenei italiani: la laurea honoris causa in Lettere Moderne dall’Università di Macerata (2003), il diploma accademico honoris causa in pittura dall’Accademia delle Belle Arti di Catanzaro (2007), la laurea honoris causa in Musicologia dall’Università di Pavia (2017).

La cerimonia di oggi, trasmessa in diretta streaming, resta visibile sul canale Youtube dell’Università di Parma, al link https://www.youtube.com/watch?v=HMMVvUc2jrU

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