Martedì 11 dicembre alle 17, a Palazzo del Governatore, ultimo appuntamento con la rassegna “Libri di Storia – Incontri con gli autori”, organizzata dal Dipartimento di Discipline Umanistiche, Sociali e delle Imprese Culturali dell’Università di Parma con il Comune di Parma.

Protagonista dell’appuntamento sarà il volume “La guerra è l’unico pensiero che ci domina tutti. Bambine, bambini, adolescenti nella Grande Guerra”, novità editoriale d’argomento storico di Patrizia Gabrielli, docente di storia contemporanea dell’Università di Siena. Dialoga con l’autore Piergiovanni Genovesi, Delegato del Rettore per le iniziative culturali di carattere storico e coordinatore della rassegna. In apertura sono previsti i saluti del Pro Rettore alla Terza Missione Fabrizio Storti e del Direttore del DUSIC Diego Saglia.

L’incontro si tradurrà in una riflessione a più voci aperta a tutti gli interessati, per avvicinare la storia (e le pubblicazioni di carattere storiografico) al pubblico e per proseguire in quell’azione di “disseminazione culturale” che l’Ateneo, spesso di concerto con il Comune, sta offrendo alla città e al territorio.

La partecipazione agli incontri è valida come aggiornamento per gli insegnanti che si iscriveranno attraverso la piattaforma S.O.F.I.A. L’ingresso è libero fino a esaurimento dei posti disponibili.

ABSTRACT DEL VOLUME

Negli anni della Grande guerra, una raffinata macchina di propaganda coinvolse militari e civili, tra questi ultimi non furono risparmiati bambini e adolescenti che ebbero un ruolo centrale nelle rappresentazioni e nelle pratiche della mobilitazione. Essi sono i protagonisti di questo volume che, saldando il Genere alla categoria della guerra totale, analizza gli effetti della “cultura di guerra” nella sfera pubblica e privata, le ricadute sulla letteratura e sui giocattoli che, da strumento ludico educativo, si trasformano in simbolo dell’appartenenza alla nazione e dello sforzo bellico. Il conflitto si insinua nelle vite dei giovani testimoni e tra le pieghe della memoria, irrompe e spezza la quotidianità, genera conseguenze negative. Il grande evento è per molti portatore di separazioni, rottura di legami familiari e affettivi, ma le “scritture bambine” lasciano affiorare insieme alla materialità dell’esistenza, il loro coinvolgimento, la fascinazione provata. La soglia domestica è oltrepassata dalla forza degli eventi, dalla martellante propaganda capace di far vibrare le corde dell’emotività, di spronare la partecipazione, mentre rappresentazioni e realtà si intersecano restituendo una duplice versione del conflitto bellico: “alla guerra lontana”, di cui parlano le maestre e i tanti giornalini, fa da contraltare la “guerra vicina”, quella vissuta nel quotidiano, che è diverso a seconda dell’appartenenza sociale e di genere. Nella maggioranza dei casi, le due dimensioni, quella della rappresentazione e dell’autorappresentazione, si intrecciano e le prime entrano a far parte dell’esperienza individuale e collettiva, producono emozioni, condizionano giudizi, favoriscono scelte, stimolano l’impegno (Fonte: Rubbettino Editore).

NOTA SULL’AUTRICE

Patrizia Gabrielli è docente di Storia contemporanea presso l’Università di Siena (sede di Arezzo), fa parte del Collegio del Dottorato di Studi Storici, Letterari e di Genere (Roma “La Sapienza”), collabora con l’Archivio diaristico di Pieve Santo Stefano e fa parte della Giuria del Premio Pieve. È direttrice della rivista «Storia e Problemi Contemporanei», collabora con varie riviste in Italia e all’estero. Tra le sue pubblicazioni: “Scenari di guerra, parole di donne. Diari e memorie nell’Italia della seconda guerra mondiale”, il Mulino, 2007; “Anni di novità e di grandi cose. Il boom economico fra tradizione e cambiamento”, il Mulino, 2011; “Il primo voto: elettrici ed elette”, Castelvecchi, 2016.

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