Dal 13 maggio al 7 giugno si svolgerà la seconda missione di scavo archeologico dell’Università di Parma presso la Villa di Teodorico, residenza di caccia dell’imperatore sull’Appennino romagnolo. L’area archeologica vede la straordinaria presenza, in sequenza, di una villa romana repubblicana, di una villa di età augustea e poi imperiale e della villa di Teodorico.Lo scavo, in concessione del Ministero per i Beni e le attività culturali all’Università di Parma sotto la direzione di Alessia Morigi e con responsabilità scientifica di Alessia Morigi e Riccardo Villicich, ha portato alla scoperta dell’eccezionale sala ottagonale con pavimento musivo integro. Il pavimento, pertinente gli ambienti di rappresentanza della villa teodoriciana, è attribuibile alle maestranze responsabili dei famosi mosaici di Ravenna.La missione vedrà ampia partecipazione degli studenti dei corsi di Archeologia, ai quali garantirà la necessaria esperienza sul campo, anche come attività di tirocinio e propedeutica ad eventuali tesi interdisciplinari tra scienze archeologiche e cosiddette scienze dure. Agli studenti interessati la missione ha organizzato, con il supporto del Centro di Servizi per la Salute, Igiene e Sicurezza nei Luoghi di Lavorodell’Ateneo, corsi ritagliati sulle specifiche esigenze del cantiere archeologico. La campagna di scavo graverà interamente, in termini di attrezzature e spese dei docenti e studenti partecipanti, su finanziamenti esterni. Gli studenti in possesso dell’attestato rilasciato dal Centro di Servizi per la Salute, Igiene e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro sono invitati a confermare la loro partecipazione allo scavo nel corso della riunione che si terrà mercoledì 20 marzo alle ore 15 nello studio della prof.ssa Morigi, Plesso d’Azeglio, Unità di Antichistica, primo piano.La campagna di scavo 2019 metterà in luce gli ulteriori ambienti mosaicati a lato della sala ottagonale e consentirà di far affiorare l’intero quartiere di rappresentanza della villa di Teodorico. La tradizionale indagine stratigrafica e di documentazione dell’attività di cantiere e di studio dei materiali emersi sarà integrata, a seconda dei rinvenimenti, da eventuali esperienze in termini di rilievo e fotogrammetria digitale, geoarcheologia, spettroscopia applicata ai materiali archeologici, dendrocronologia, realtà aumentata, GIS, nell’ambito di un team aperto al contributo delle competenze e dei laboratori resi disponibili dai colleghi del campus.La missione archeologica rientra tra le attività del Programma S.F.E.R.A. Spazi e Forme dell’Emilia Romagna Antica, con l’obiettivo di formare giovani archeologi che acquisiscano competenze tecnico-scientifiche in linea con le nuove richieste del mercato del lavoro e che si orientino allo studio e alla salvaguardia del patrimonio archeologico della regione Emilia-Romagna con ricadute anche in termini di imprese culturali. Nel programma, variamente articolato in termini di contenuti e metodi, la scala si dilata dalla singola unità insediativa indagata dallo scavo (Progetto Villa di Teodorico, insieme a R. Villicich) all’archeologia urbana con esperienze di cartografia digitale sulla forma e urbanistica degli insediamenti (Progetti Parma CittAumentata, Regium Lepidi, Luceria, Bononia, Forum Popili, Pons Lapidis-Ponte romano, insieme a S. Bergamini, F. Fontana, F. Garbasi) fino all’archeologia del paesaggio grazie a survey, geoarcheologia, GIS, virtual archaeology (Progetto Inter Amnes, insieme a F. Fontana, F. Garbasi, M. Lommi).La cornice istituzionale della missione archeologica è la Convenzione Quadro tra Università di Parma e Comune di Galeata, che riguarda l’area archeologica della villa, il museo archeologico, la città romana di Mevaniola, la pieve di S. Ellero e la via Romea Germanica. Le ricerche sul paesaggio antico rientrano tra le attività scientifiche ed educative previste dalla Convenzione Quadro tra Università di Parma e Istituto Cervi-Biblioteca Archivio Emilio Sereni. Il Programma S.F.E.R.A. si avvale della collaborazione di Società di Studi Romagnoli.Per informazioni: www.sfera.unipr.it