Martedì 2 maggio alle ore 18, nel Teatro al Parco di Parma (Parco Ducale, 1) si terrà la presentazione del libro Quanto dista il teatro? Un’indagine sociopoetica tra spettatori e non spettatori a Parma (Edizioni Titivillus Mostre Editoria, 2018)Intervengono Flavia Armenzoni e Roberta Gandolfi, ideatrici della ricerca e del volume, Antonio Mascolo, giornalista, Luigi Allegri, docente di Discipline dello Spettacolo e direttore del CAPAS, Marco Deriu e Vincenza Pellegrino, docenti di Sociologia.L'evento è organizzato daI Teatro delle Briciole e dall’Università di Parma.Ai cittadini che hanno partecipato all’indagine raccontata nel libro, in occasione dell'incontro verrà donata una copia del volume.Segue aperitivo. L'ingresso è libero.Per informazioni:TEATRO DELLE BRICIOLECentro di produzione teatraleParco Ducale, 1 - Parma0521992044briciole@solaresdellearti.itwww.solaresdellearti.it/teatrodellebriciole------------------Quanto dista il teatro? Un’indagine socio poetica tra spettatori e non spettatori a Parma, appena uscito per le edizioni Titivillus, racconta gli esiti di una ricerca svolta fra gli abitanti della nostra città, per capire come oggi si pensa e ci si immagina il teatro, con particolare attenzione a chi a teatro non va e se ne tiene distante.Studi e ricerche vengono più frequentemente orientate a tracciare il profilo dei pubblici della cultura, mentre più raro è il tentativo di farsi un’idea su chi rimane fuori dall’esperienza culturale. Questa indagine, proprio perché si vuole rivolta a un interlocutore poco o nulla studiato, ha richiesto un approccio particolare: informale, creativo, volto a un ascolto diretto, informato a metodi non consueti e a diverse tecniche ludico-relazionali. Così è nata l’idea di concepire un’indagine sociopoetica.Il libro ha natura polifonica: racconta la ricerca compiuta, registra e restituisce come un sismografo le voci raccolte e ne propone alcune letture; poi le mette a confronto con il “demone del pubblico” che abita chi il teatro lo fa, lo produce, lo cura e lo promuove (artisti, operatori, studiosi). Il volume vuole contribuire a ripensare la fruizione e la partecipazione culturale delle nostre città; si rivolge alla comunità tutta, quella cittadina e quella nazionale, nella convenzione che ognuno di noi, spettatori e non spettatori, ci si possa riconoscere gli uni negli altri.