Giovedì 5 marzo alle 16, alla Casa della Musica (Piazzale San Francesco, 1), Marco Capra e Paolo Russo saranno i protagonisti della conferenza Lo spirito di Dante nella musica dell’800, iniziativa che rientra nel progetto Parma per Dante, partito il 12 novembre dello scorso anno in occasione del settimo centenario della morte dell’autore.La rassegna è organizzata dall’Unità di Italianistica del DUSIC con il patrocinio del Comune di Parma. Si avvale della collaborazione della Biblioteca Palatina, della Società Dante Alighieri di Parma, del Teatro delle Briciole, della Casa della Musica.Lo spirito di Dante è il titolo di una cantata di Teodulo Mabellini eseguita a Firenze per le celebrazioni dantesche del 1865. In quegli stessi giorni lo stesso Mabellini dirige al Teatro della Pergola la monumentale Sinfonia Dante che Giovanni Pacini ha composto per l’occasione. Le celebrazioni cadono in una Firenze che dall’inizio di quell’anno è capitale d’Italia e la figura di Dante è da subito assunta tra i simboli dell’identità nazionale dello Stato ancora in via formazione. Tuttavia, sarebbe sbagliato pensare che il mondo musicale ottocentesco riservi al poeta un’attenzione occasionale e legata solo a quella specifica circostanza. Già nei decenni precedenti e poi in quelli successivi vari autori si accostano alla figura e all’opera di Dante, di solito rimaneggiando vicende e personaggi tratti dalla Commedia, o traducendo in brani strumentali le sensazioni derivate dalla sua lettura, oppure, infine, evento assai più singolare, facendo di Dante e Beatrice i protagonisti di un melodramma.Al canto XXXIII dell’Inferno è dedicata la scena drammatica Il conte Ugolino che Gaetano Donizetti compone nel 1826 per il grande basso napoletano Luigi Lablache, dalle rinomate doti di attore. In essa egli sperimenta nuove soluzioni per la declamazione e la pantomima in musica, che gli saranno poi preziose nelle opere più mature, da Anna Bolena a Lucia di Lammermoor. Senza mai assumere vere forme operistiche, infatti, il canto dantesco di Ugolino è uno dei banchi di prova delle sperimentazioni musicali italiane, brevi gemme drammatico-musicali che indagano la relazione tra testo e musica.In ambito specificamente operistico, invece, è il canto V dell’Inferno a ispirare diversi compositori nel corso dell’Ottocento, in Italia e all’estero: più di venti melodrammi intitolati Francesca da Rimini, da quello di Felice Strepponi nel 1823 a quelli di Ambroise Thomas nel 1882 e di Sergej Rachmaninov nel 1906.Un caso pressoché unico è invece il melodramma storico-fantastico Dante e Bice, che mette in scena Dante in persona. Rappresentato a Milano nel 1852, con libretto di Serafino Torelli e musica di Paolo Carrer, delinea la figura del poeta prima nella dimensione storica della vita fiorentina e infine in quella fantastica che lo vede in compagnia di Virgilio come protagonista della Commedia.Marco Capra è docente di “Storia della musica moderna e contemporanea” all’Università di Parma. Le sue ricerche riguardano il sistema informativo e la critica, le associazioni e le istituzioni, il rapporto tra musica e tecnologia, la ricezione della musica dal XVI secolo a oggi, figure primarie come Arturo Toscanini e Giuseppe Verdi. Fa parte del comitato scientifico dell’Istituto nazionale di studi verdiani.Paolo Russo è docente di “Drammaturgia musicale” all’Università di Parma. Le sue ricerche vertono principalmente sull’opera francese, sull’opera italiana del primo Ottocento, sulle metodologie didattiche della storia della musica. Si è però anche occupato di musica rinascimentale, di musica sacra sei e settecentesca e di musica strumentale dell’Ottocento francese.Il percorso di Parma per Dante si articola in tre anni: prende avvio nell’anno accademico 2019-20, prosegue integrandosi con le manifestazioni di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020 e si conclude nell’anno accademico 2021-22, in corrispondenza del settimo centenario dantesco (1321-2021). Il progetto combina l’attrazione esercitata dal mito dantesco su un largo pubblico con l’occasione del centenario e intende rivolgersi all’Università e alla città attraverso eventi che si svolgeranno in diversi luoghi di Parma. Ogni annualità è caratterizzata da un tema specifico: per la prima Dante e le Arti, per la seconda Dante e Parma (in coincidenza con Parma 2020), per la terza Prospettive interdisciplinari.