Pidieffe è un “giornale di idee, critiche, dubbi, visioni” e si svelerà al pubblico cittadino giovedì 24 maggio alle ore 18 nel chiostro del Plesso D’Azeglio (via Massimo D'Azeglio, 85). La presentazione, pubblica, del numero 0 coinciderà con la messa online del web magazine e proseguirà con un aperitivo alla parmigiana (pane, salame e vino).Il progetto editoriale è stato sviluppato nell’ambito del master in “Web communication e social media” dell’Università di Parma e coinvolge numerosi insegnanti del corso di Giornalismo e cultura editoriale dell’Ateneo. La sua missione è dare vita e lavorare su un modello di informazione che rivaluti lo scrivere (anche per immagini) come professione. Cosa questa che l’avvento dei social media, con in testa Facebook e YouTube, ha quasi completamente azzerato. Pagare i collaboratori, facendo pagare i lettori è la grande scommessa di PDF. Molto difficile, perché il pubblico è stato abituato a non pagare e a scaricare gratuitamente notizie, foto, video, immagini, pagine di libri e contenuti culturali in genere. Riuscirà dunque Pidieffe in un’impresa che pochissimi, quasi nessun giornale/rivista online, ha intrapreso o intende intraprendere? Giovedì viene lanciata ufficialmente la scommessa.PDF. E’ un acronimo, che si può declinare in tanti modi. Giusto il formato dei documenti online da scaricare, conservare e magari stampare. Ma anche Punto Di Riferimento o Parma Del Futuro. Ma pure Parma Da Fare. Per la prima uscita però sarà Parma Domani Forse. Perché rispecchia il nostro tempo, le incertezze, i rischi, le paure che lo agitano. E’ un tempo sfidante, per chi non vuole stare aggrappato al presente. Ma invece guardare al futuro. Un tempo che chiede idee e pratiche nuove, ma prima ancora di ricostituire una comunità cittadina di pensiero. Chiamando a raccolta la “meglio intellettualità” di Parma: scrittori, giornalisti, fotografi, video maker, comunicatori ai quali chiedere di raccontare la città. In modi originali, stimolanti, inconsueti. Critici e anche polemici quando serve. Ma sempre intellettualmente onesti e tesi – come si diceva una volta - ad aprire dibattiti, accendere discussioni, avanzare proposte. Insomma rianimare una città che da un po’ d’anni è in sonno e in grande deficit di innovazione.