Parma, 25 marzo 2025 – Torna mercoledì 2 aprile al Cinema D’Azeglio L’Università entra in sala con la rassegna Filmar(t)e. Il cinema racconta le arti e il patrimonio: un ciclo di tre documentari d’arte che hanno segnato il panorama cinematografico degli ultimi anni ricevendo premi prestigiosi e l’apprezzamento di critica e pubblico nei principali festival cinematografici.

La rassegna è curata Paolo Villa, ricercatore e docente di storia del cinema dell’Università di Parma (Dipartimento di Discipline Umanistiche, Sociali e delle Imprese Culturali), in collaborazione con il Cinema D’Azeglio, ed è realizzata con il patrocinio del Comune, della Regione, del Ministero della Cultura.

Filmar(t)e propone un percorso in tre tappe nel mondo dell’arte, attraverso tre documentari che a partire dalla creazione artistica e dal patrimonio culturale toccano questioni di stringente attualità come la giustizia sociale, l’identità nazionale, l’eredità coloniale, i rapporti familiari o di genere.

Primo appuntamento mercoledì 2 aprile con All the Beauty and the Bloodshed – Tutta la bellezza e il dolore, della regista americana Laura Poitras, Leone d’oro alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia 2022. Il film è un ritratto intimo e coinvolgente dell’artista statunitense Nan Goldin, delle sue opere, delle sue lotte sociali e battaglie civili, della sua tumultuosa vicenda biografica. Nel raccontare Nan Goldin, Poitras intreccia magistralmente numerosi fili, strettamente correlati: dall’emergenza dell’OxyCotin, medicinale che crea dipendenza e che è divenuto una piaga nella società americana degli ultimi decenni, all’epidemia di HIV degli anni Ottanta e alla violenza domestica, dalla vivacità della scena artistica newyorkese al complesso rapporto della protagonista con i genitori e la sorella. 

Il 9 aprile è in programma Dahomey, Orso d’Oro al Festival del Cinema di Berlino 2024, della regista franco-senegalese Mati Diop. Diop racconta la storica restituzione di 26 statue conservate al Musée du Quai Branly – Jacques Chirac di Parigi alla Repubblica del Benin, l’antico regno del Damohey. Portate in Francia dai colonizzatori alla fine dell’Ottocento, le statue, tra cui quelle dei re di Dahomey, rappresentano per il popolo del Benin un pilastro fondamentale dell’identità nazionale, e la loro restituzione è stata accolta come un momento di svolta nel processo di emancipazione del Paese dai retaggi del colonialismo. Attraverso le voci degli studenti dell’Università di Abomey-Calavi, che si interrogano su questo evento storico per la loro nazione, Mati Diop affronta la tematica scottante della provenienza del patrimonio artistico e della sua dimensione politica, ponendo quesiti che interrogano a livello storico, sociale e morale.

Scultura protagonista anche nell’ultimo documentario, il 16 aprile: Semidei, dei registi italiani Fabio Mollo e Alessandra Cataleta, racconta la vicenda del ritrovamento dei Bronzi di Riace, e così facendo ripercorre la storia della Calabria dagli anni Settanta a oggi. I due capolavori diventano chiave d’accesso per recuperare non l’antichità ma tempi ben più recenti dopo che, riemersi dal mare, rientrano nel flusso della storia: la storia tormentata e poco nota di una delle regioni italiane che ha maggiormente subito l’emarginazione e le difficoltà economiche e politiche. Il calabrese Fabio Mollo guarda ai Bronzi di Riace in un film-saggio affascinante che è anche una lettera d’amore alla propria terra.

Tutte le proiezioni (in lingua originale con sottotitoli in italiano) sono al Cinema D’Azeglio (via Massimo D’Azeglio 33) alle 18, a ingresso gratuito fino a esaurimento posti. Ogni appuntamento sarà aperto da una breve introduzione di Paolo Villa

La rassegna si inserisce all’interno della attività del progetto di ricerca ReDoc: Restauri e patrimonio artistico nei documentari italiani (1940-1997).

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